Caro Valentino (permettimi il tono amichevole, ma sono un cittadino votante del XIII Municipio) ti scrivo ma non per distrarmi un po’… Anzi, voglio concentrarmi ed esprimerti - sembra più difficile farlo con i politici locali (e di prossimità) che con quelli nazionali – alcune considerazioni su questo nuovo capitolo che si apre nel governo del territorio dopo le ultime consultazioni di maggio.
Sei stato eletto, in parte a sorpresa, nuovo presidente del nostro Municipio, un ‘mini-sindaco’ di un territorio eterogeneo che conta centinaia di migliaia di persone. So bene che il compito che ti attende è tutt’altro che semplice e che la macchina amministrativa spesso cammina da sola, per una sua strada che sembra tracciata ‘a prescindere’ da voti e consultazioni, ma penso che questa, forse, è una delle ultime occasioni per dimostrare che l’alternanza di governo porta con sé discontinuità, che le parti politiche opposte sono portatrici di idee alternative di gestione anche dei territori. Insomma che gli antichi, e sempre più consolidati, adagi popolari “tanto non cambia niente”, “destra e sinistra sono ormai la stessa cosa”, “votare è inutile” non trovano riscontro nei fatti, anche in tempi di ‘larghe intese’. E poi è quello che ci avete detto con convinzione per tutta la campagna elettorale (primarie comprese)…
Ora è la prova più difficile, quella dei fatti. Una prova da far tremare i polsi. Non ricordo una situazione nella quale le urne hanno consegnato ad una sola parte politica Regione, Provincia, Comune e tutti i 15 Municipi. Insomma, un ‘filotto’ che carica di responsabilità incredibili ad ogni livello chi si è voluto candidare per gestire il bene comune.
Se già c’è questa coscienza, insieme alla voglia di voler percorrere strade nuove, con nuovi stili e diversi obiettivi di gestione rispetto al passato, sono certo che i risultati verranno. Nulla di rivoluzionario, semmai, ma atti di ‘discontinuità’ che daranno speranza alle persone.
I temi sono tanti sul tappeto: da quartieri che si stanno sempre più trasformando in dormitori, ‘desertificati’ di luoghi di aggregazione e incontro (che non siano le varie sale giochi) per giovani e adulti, agli atavici problemi legati alla raccolta dei rifiuti. Dalla carenza dei servizi pubblici, alle nuove povertà da affrontare, dal traffico fino alla mobilità alternativa (che bello vedere il nuovo sindaco Marino con la sua fiammante bici!).
Allora ecco l’appello, caro Valentino: perché non iniziare il mandato con una assemblea pubblica, aperta e partecipata nella quale il neo presidente ascolti i cittadini mettendo in agenda le loro richieste nel reciproco dialogo?
Perché non ‘mappare’ i beni pubblici e municipali che possono essere messi a disposizione per creare luoghi di aggregazione e pensare alla pedonalizzazione di alcune piazze?
Perché non far partire una ‘rete’ di collegamento che coinvolga realtà associative sociali, parrocchie, movimenti no profit e Assessorati interessati per interventi sociali mirati per le fasce più deboli?
Perché (mi allargo!) non pensare ad un bando Municipale per giovani architetti che ridisegnino in modo compatibile , dal punto di vista della fattibilità, alcuni luoghi importanti dei nostri quartieri?
Insomma, perché non avere l’ambizione di fare del XIII Municipio un “laboratorio” di politiche territoriali?
Un saggio dei nostri giorni parlava della necessità di “pensare in grande agendo in piccolo”. Ecco ciò che ti chiediamo, caro Valentino. Non solo un ‘giro di giostra’.
Giuseppe Cionti
Foto
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