C’è una sola buona novella veramente nuova nella storia dell’umanità: un uomo è uscito dalla tomba. La fede in questo evento permette di guardare il mondo e la vita con uno sguardo unico. La grazia di essere cristiani è straordinaria. Ci obbliga a vivere secondo questa speranza impegnandoci a metterci a servizio di coloro che si sentono prigionieri della notte. Questa è la Buona Novella. Noi crediamo che Cristo è risorto. E a noi si impone una scelta: essere persone che lo prendono sul serio, che vanno controcorrente, che scelgono la dignità umana anche se costa sangue, la libertà dello spirito contro ogni sopraffazione e violenza, dittatura, e il servizio agli altri per costruire con Gesù una realtà diversa nella quale gli uomini possano riconoscersi fratelli.

Noi siamo quelli della speranza. E la speranza è gettare il seme e vedere già le spighe. È accettare di morire vedendo già la resurrezione. È la certezza dell’invisibile che noi conosciamo perché lo vediamo con gli occhi di Dio, attingendo alle sue promesse. Davvero “l’essenziale è visibile agli occhi”. È la mattina di Pasqua. Maddalena viene anche da te e grida: “Ho visto il sepolcro vuoto. Cristo è vivo! È la Gloria del Risorto. Cristo mia Speranza è risorto!”.

Nel Vangelo di Luca che leggiamo la notte della Veglia pasquale, si racconta dei due angeli che invitano le donne innanzitutto a guardare dentro la tomba, per vedere che essa è vuota. Come il Crocifisso nelle sue apparizioni mostra i segni delle sue piaghe, così credere non è mai dimenticare il male e le prove dove ci siamo perduti. È il coraggio di guardare dentro la storia, di quanto è stato per noi un fallimento e una morte, e non fermarsi. È il coraggio di non dimenticare le ferite del Crocifisso, ma di vedere in esse non solo la violenza del male ma anche la forza dell’amore. La tomba nella quale non entro resta come uno scheletro chiuso in un armadio: prima o poi ci devo fare i conti. Ti chiediamo, Signore, il coraggio di guardare dentro la tomba e non fermarci, di guardare in faccia il male e di vedere anche nel dolore i riflessi di un amore tenace.

La Parola dell’angelo ci porta già oltre, dalla tomba a più avanti, e lo fa con urgenza, con un invito che non ammette titubanza: «Presto»! Presto, risvegliati, subito corri, forza alzati, coraggio non avere indugi. Credere è il coraggio di una urgenza, è sentire che non posso aspettare domani, che oggi mi chiede di riprendere le forze e correre.

Non c’è tempo da perdere, non ci sono conti da saldare, c’è solo il coraggio di rispondere subito. La fede è “subito”, non dopo, non forse, non domani: subito, adesso, con tutte le forze e tutto l’amore che posso.

Infine, il coraggio della fede, come queste donne lo raccontano, è quello di guardare avanti verso il Signore che ci precede. Senza nostalgie e recriminazioni, senza rimpianti e tentennamenti, guardo avanti perché è là che tu mi attendi. Mi precedi, semplicemente.

“Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede e saremmo i più miserabili di tutti gli uomini” dice San Paolo, esprimendo la nostra condizione senza la resurrezione di Cristo, cioè senza la Speranza. Se non avessimo la certezza che finiranno le guerre e che i dittatori moriranno e saranno ricordati come macellai sanguinari, mentre la storia andrà avanti senza di loro dopo essersi liberata di loro. Le potenze del mondo scompariranno, denari, armi, strategie, e la storia continuerà fino alla fine quando tornerà definitivamente il Risorto a realizzare i veri sogni di ogni uomo.  Questo ce lo assicura la Resurrezione di Cristo con cui è dimostrato che è stata vinta anche la morte.

Ma quando avverrà tutto questo? È certo che tutto passa, soprattutto la morte che è stata vinta dalla Resurrezione di Cristo. A noi proclamare la sua vittoria e attendere che dica il suo “Basta!” alla stagione della tristezza e della guerra per cantare di nuovo l’Alleluja.

Allora camminiamo a testa alta! Perché abbiamo il tesoro di Cristo che è vivo, è pane nell’Eucarestia, è Parola nel Vangelo, è famiglia perché l’altro è mio fratello.

 

Con il cuore don Donato

Pasqua 2025

 

 

Foto

 

 

«La pace sia con tutti voi!...
Vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra... Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti»
(Papa Leone XIV, 8 maggio 2025)

 

 

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Evento

venerdì 6 giugno

 

 

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lunedì e martedì ore 17.00
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