Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».
Rendimi o Signore
Rendimi, Signore mio Dio,
obbediente senza ripugnanza,
povero senza rammarico, casto senza presunzione,
paziente senza mormorazione, umile senza finzione,
giocondo senza dissipazione, austero senza tristezza,
prudente senza fastidio, pronto senza vanità,
timoroso senza sfiducia, veritiero senza doppiezza,
benefico senza arroganza,
così che io senza superbia corregga i miei fratelli
e senza simulazione li edifichi con la parola e con l'esempio.
Donami, o Signore, un cuore vigile
che nessun pensiero facile allontani da te,
un cuore nobile che nessun attaccamento ambiguo degradi,
un cuore retto che nessuna intenzione equivoca possa sviare,
un cuore fermo che resista ad ogni avversità,
un cuore libero che nessuna violenza possa soggiogare.
Concedimi, Signore mio Dio,
un'intelligenza che ti conosca,
una volontà che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
una vita che ti piaccia,
una perseveranza che ti attenda con fiducia,
una fiducia che, alla fine, ti possegga.
San Tommaso d’Aquino (1227-1274)
Preghiera prima della Comunione
Proponiamo una delle preghiere più belle di San Tommaso d’Aquino, che fu il più grande pensatore e teologo della Chiesa ma insieme un uomo di preghiera e di comunione con Dio a livelli di grande misticismo. Tommaso dei conti d’Aquino nacque nel castello di Roccasecca, vicino a Napoli, nel 1226. Ricevette la prima formazione nell’Abbazia di Montecassino, dove fu portato dai genitori ancora fanciullo. Approfondì poi gli studi a Napoli, dove ebbe la fortuna di conoscere alcuni scritti di Aristotele, di cui intuì subito il grande valore. A 18 anni, dopo aver superato la fiera opposizione della famiglia, entrò nell’Ordine mendicante dei frati predicatori, attratto dal carisma di san Domenico: “Proclamare la Parola di Dio ardentemente contemplata, solennemente celebrata e scientificamente indagata”. A Parigi e Colonia si perfezionò nelle discipline filosofiche e teologiche, avendo come maestro Alberto Magno. Divenuto lui stesso, a soli 31 anni, maestro in teologia, nel mezzo della polemica del clero secolare contro i frati mendicanti, si fece difensore della libertà dei religiosi dediti al servizio della Chiesa universale e fu maestro ammirato e sapiente nell’università parigina, poi a Bologna, Roma e Napoli.
Con san Bonaventura è stato il più grande pensatore cristiano del XIII secolo, e ha lasciato in eredità alla Chiesa la sua riflessione teologica in un corpo di opere di grande profondità ed estensione: la Catena aurea, la Summa contra gentiles, la Summa Theologiae che è la sintesi più creativa e originale del suo pensiero. La sua originalità sta soprattutto nel modo in cui ha saputo esprimere la fede della Chiesa nella cultura del tempo, partendo dalla Scrittura e dai Padri della Chiesa e accogliendo la allora recente riscoperta del pensiero aristotelico.
Tommaso non fu soltanto un grande pensatore, ma, dicevamo prima, un uomo di preghiera, un uomo umile e sapiente insieme, che al rigore della sua ricerca seppe unire una tenera devozione al Cristo crocifisso e un dialogo incessante con lui. “Il più dotto dei santi e il più santo dei dotti” è stato definito. A pochi mesi dalla morte, interruppe improvvisamente di scrivere, lasciando incompiuta la sua Summa. “Paglia è tutto ciò che ho scritto”, disse a chi lo richiamava a portare a termine l’opera. Ormai era solo proteso all’incontro con Dio.
Morì il 7 marzo del 1274, mentre si stava recando al Concilio di Lione, nell’Abbazia di Fossanova. Canonizzato solennemente ad Avignone nel 1323, fu proclamato nel 1567 dottore della Chiesa. La data della sua commemorazione liturgica fissata al 28 gennaio è quella della traslazione delle sue reliquie alla città di Tolosa.
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