Dal 1987 al 2000

 

Il terzo parroco: don Antonino

Don Antonino Ubaldi fu il terzo parroco di San Pio V. Egli arrivò tra noi quando Don Edoardo, nel 1987, per motivi di salute, dovette ritirarsi dalla parrocchia e ci rimase fino al 1991.

In questa breve nota c’è il saluto, fatto da un parrocchiano, riconoscente della comunità a don Edoardo e l'augurio per l'arrivo di Don Antonino.

"Dire che questo passaggio sia un evento indolore sarebbe bugia: molti, forse tutti, abbiamo sofferto. Ma sarebbe peggio se noi ci at­tardassimo in un atteggiamento nostalgico, senza reagire alla scossa che abbiamo ricevuto. Gesù ammonisce: "Chi pone mano all'aratro e si volta indietro non è degno del regno di Dio" e questa parola è rivolta a ciascuno di noi. Quindi dobbiamo guardare avanti. Ciò non significa che dobbiamo dimenticare don Edoardo con tutti i suoi insegnamenti, abbondanti e sapienti, che ci ha dato in questi 21 anni, anzi è venuto il momento di farli riemergere e di metterli in pratica seriamente. Certo, è stato bello lavorare con lui durante questi anni: la sua fiducia nelle persone era totale, la sua pazienza era assoluta, i suoi prolunga­ti silenzi che talvolta ci lasciavano sconcertati nelle riunioni, erano in realtà garanzia di ascolto attento verso tutti; le sue frequenti, rigo­rose e opportune citazioni della S. Scrittura ci lasciavano supporre quanto la meditazione o forse l'adorazione della Parola di Dio fosse­ro per lui impegno essenziale di vita, già tanto impegnata; le battute scherzose anche nei momenti di sofferenza più dura ci volevano di­stogliere dall'attenzione sulla sua persona; ma soprattutto ci ha abituati a valorizzare al massimo il sacramento della Riconciliazione, facen­do toccare con mano, ogni volta che ci si accostava al suo confessio­nale, l'immensa bontà di Dio e la gioia di sentirsi ri-creati.

Ora don Edoardo affida al nuovo Parroco una comunità che ha ancora qualche sussulto diassestamento, ma che è già ricca di attese e affida un insieme di gruppi, vivaci e generosi, sorti non tanto dalla sua volontà, quanto dalla libertà e dal rispetto che sono stati il suo stile di guida. Qui in parrocchia, ormai, ogni persona può trovare uno spazio adatto per esprimersi, per arricchirsi di una comprensione sempre più profonda e completa della Parola di Dio, per realizzare il suo destino di figlio di Dio e membro della Chiesa. Non è poco ciò che don Antonino trova qui, in questo cambio di staf­fetta, e non è facile, perché nel frattempo siamo diventati esigenti; in ogni caso è un cambio che non chiude nulla perché i rapporti non s'interrompono e la corsa continua. È una corsa affascinante, perché ha le direzioni del Regno di Dio. E se noi riusciremo a portarla a termine, vincendo tutti gli ostacoli che si frappongono (la nostalgia del passato, la malinconia, la critica gratuita...) sul podio dove ci attende il Signore saliranno entrambi gli allenatori: don Edoardo e don Antonino. Per tutto quanto don Edoardo ha fatto per noi, la comunità di San Pio V desidera offrirgli l'installazione di una linea telefonica diretta, una scrivania e un televisore, con la speranza che questo possa aiutarlo a continuare la sua opera in risposta alle attese di Dio e dei suoi superiori. Rivolgiamo il nostro saluto e ringraziamento anche a don Stefano Tardani, che ha portato in questa Parrocchia una ventata di fresca giovinezza ed un esempio di dedizione sacerdotale particolar­mente al servizio dei movimenti giovanili; la continuazione della sua opera è ora affidata a don Francesco Cerini al quale diamo il nostro affettuoso" benvenuto". Non sappiamo quasi nulla del nuovo parroco; solo che è assoluta­mente schivo da ogni più innocente riferimento alla sua persona, ma noi ci prendiamo la libertà di dire che la sua voce vibrante, il suo dia­logo facile, il suo dinamismo coinvolgente sono già per noi segno di presenza operante e disponibile cui noi ci rivolgeremo come all'in­terprete tra noi della voce di Dio e della Chiesa. Ed allora, mentre ci accingiamo ad accomunare i due parroci in un unico solidale applauso, non ci rimane che dire, con infinita gratitu­dine: "Sia benedetto Dio per averci dato don Edoardo, pastore mite e buono; sia benedetto Dio per averci dato don Antonino, guida forte e sicura!"

 

Ed ecco il ricordo che Don Antonino scrisse nel 2002 a proposito del suo passaggio a San Pio V:

Fu il compianto Cardinale Ugo Poletti che all'inizio dell'estate 1987, m'inviò alla parrocchia di San Pio V, a sostituire il carissimo don Edoardo, che la lasciava per gravi motivi di salute. E il primo e più luminoso ricordo di quel periodo è proprio don Edoardo: sacerdote vero, di grosso spessore morale ed umano; sempre sereno ed equili­brato, che nel tratto esteriormente faceto nascondeva un'indiscussa profondità di valori e una altrettanto densa vita spirituale. Vera­mente il centro della sua vita erano il Signore e i fratelli, gli altri, tutti, specialmente i poveri. Non è sempre facile incontrare un uomo "normale", come era lui, senza alcuna pretesa di cosiddetti carismi particolari. E giustamente non abbiamo cercato di fare altro che proseguire negli impegni pastorali che don Edoardo aveva impostato: la catechesi ad o­gni livello, i vari gruppi di attività; dall'Oratorio, agli Scouts; dal Gruppo di amicizia per disabili, all'Azione Cattolica, dalla San Vin­cenzo al Centro Anziani e al Centro Caritas.

In particolare poi la li­turgia, intesa proprio come dono e come incontro costante col Signore, nella Messa e nei sacramenti.

Un impegno più ampio fu poi quello del Sinodo Diocesano di quegli anni, che la Parrocchia visse con intensa partecipazione e, direi, con vero entusiasmo. In un primo momento ci si incontrava e si dibatteva su vari temi del Sinodo a livello parrocchiale, dei singoli gruppi e sull'insieme come Consiglio Pastorale ed Assemblee Parrocchiali: per passare poi alle Assemblee Sinodali di Prefettura. La consapevo­lezza è stata sempre quella di contribuire veramente a portare avanti il cammino della Chiesa diocesana, con il chiaro obiettivo di essere tut­ti Chiesa e tutti coinvolti e corresponsabili nell'impegno di portare Cristo ai fratelli e al nostro mondo di oggi.

Mi permetto tre ricordi particolari: il primo, proprio in questo rim­balzo di impegno tra Parrocchia e Prefettura, si riferisce all'Assemblea Parrocchiale del dicembre 1990, nell'entusiasmo della proposta e­vangelica "L’utopia che può salvare il mondo" e che non solo ri­scosse il più ampio successo, ma rafforzò la spinta di impegno con­creto nella testimonianza e nella carità.

L'altro: lo scoppio della Guerra del Golfo, il 17 gennaio 1991, che rese tutti sconvolti e preoccupati, ma ci trovò tutti uniti nel più pieno e to­tale impegno di preghiera, anzi di supplica a Dio per la pace, secon­do l'accorato appello ed esempio del Papa.

Terzo ricordo importante: la parrocchia di San Pio V fu la prima par­rocchia di Roma a ricevere la visita pastorale del Cardinale Camillo Ruini, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana che era allora nostro parrocchiano di Piazza Carpegna (sede della CEI) nell'aprile 1991, e solo tre mesi dopo la sua nomina a Pro-Vicario di Roma: vi­sita che non solo onorò la parrocchia, ma ne sollecitò ancor più l'im­pegno di un sempre più intenso cammino di fede.

Don Antonino è morto il 17 maggio 2003, all'età di 73 anni.

Leggi qui il ricordo pubblicato sul numero 2-3 del 2003 di "Giona".

 

 

Il quarto parroco: don Luigi

Don Luigi Storto è stato il quarto (e più "longevo") parroco di San Pio V, dal 1991 al 2012.

 

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