L’edificio

 

 

La chiesa parrocchiale di San Pio V è stata eretta nel 1952, per volontà del Vicariato di Roma, retto dal Card. Clemente Micara, portavoce dei desideri del Santo Padre Pio XII, col contributo finanziario della Sacra Congregazione del Santo Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrina della Fede), retta dal Card. Alfredo Ottaviani.

Il progetto della Chiesa, opera dell’architetto Tullio Rossi (1903-1997), autore di numerose altre chiese in Roma, fu attuato dall’impresa dell’ing. G.Mariani e sotto la direzione dell’arch. F.Fornari.

 

La facciata è in laterizio, suddivisa in due ordini. L’ordine superiore molto alto è suddiviso da sei paraste stilizzate, nella parte centrale si trovano una finestra e lo stemma di Pio XII; in cima è collocata la scritta dedicatoria: D.O.M. IN HON S PII V PONT MAX A.D. MCMLII.

L’ordine inferiore presenta tre porte d’ingresso molto distanziate fra loro; sopra la porta centrale è un mosaico di Joseph Stracota raffigurante san Pio V, la Madonna e sullo sfondo scene della battaglia di Lepanto.

 

 

L’interno è a pianta basilicale a tre navate suddivise da pilastri in marmo rosso. Il soffitto della navata centrale è a capriate (bianche in origine) in cemento armato su fondo azzurro. Assai originali sono anche i lampadari che corrono per tutta la navata centrale.

Leggi qui un commento dell'arch. Giancarlo Galassi sul progetto di T.Rossi.

 

 

 

Tullio Rossi dette pure il disegno per gli altari e il fonte battesimale, ideato come una grande coppa in mosaico aurato, decorata da croci in rosso rubino e sormontata da un coperchio in rame. Nella prima cappella laterale sinistra, dove è collocato il fonte, c'è un grande affresco dovuto al pittore romano Igino Cupelloni, nato a Roma nel 1918 e mortovi nel 2008, addetto al restauro delle opere d'arte della Città del Vaticano.

 

 

 

 

La chiesa conserva interessanti opere di artisti del Novecento italiano:

 

Lo scultore Alessandro Monteleone (nato nel 1897 a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, e morto a Roma nel 1967), titolare di scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma, membro dell'Accademia Pontificia del Pantheon e dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, e le cui le sue opere si conservano in numerose chiese ed altri edifici della capitale, ha donato, insieme al prof. Mino Borghi, il modello in terracotta del suo San Francesco di Assisi, già esposto alla Biennale di Venezia.

 

  

 

 

L'Angelo sopra il portale interno della chiesa è stato donato dallo scultore Duilio Cambellotti, nato a Roma nel 1876 e mortovi nel 1960, accademico di San Luca, pittore, architetto e decoratore. L'opera è la copia dell'Angelo posto sopra il portale esterno della Chiesa dei Pastori a Betlemme.

 

 

 

Lo scultore Michele Guerrisi, nato nel 1893 a Cittanova di Calabria e morto a Roma nel 1963, Direttore e titolare di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Roma, Accademico nazionale di San Luca, ha donato, insieme al comm. Antonio Giampaoli, il S. Antonio da Padova, in terracotta naturale, che col San Francesco di Monteleone figura a fianco della porta centrale della chiesa.

 

  

 

 

 

 

Il San Giovanni Battista del fonte battesimale è dello scultore Goffredo Verginelli, scultore nato a Roma nel 1911 e morto ad Albano Laziale nel 1972. In origine era posto sopra il fonte battesimale che si trova nella prima cappella laterale sinistra. Oggi si trova sul nuovo fonte posto nella navata sinistra, nei pressi dell'immagine della Madonna del Riposo.

 

 

 

 

Le formelle della Via Crucis sono opera di Angelo Biancini, ceramista e scultore nato a Castel Bolognese nel 1911 e morto a Faenza nel 1988, e ceramicate da Guerrino Tramonti di Faenza. La Via Crucis è stata offerta nell'esecuzione dalla Segreteria di Stato vaticana per l'interessamento di Mons. Giovanni Fallani. 

            

 

Nell'abside, assai suggestivo nella sua semplicità e schietta composizione, troneggia il grande Crocifisso bronzeo dovuto allo scultore Francesco Nagni, nato a Viterbo nel 1897 e morto a Roma nel 1977, Accademico pontificio e di San Luca, docente all'Accademia di Belle Arti di Roma. La fusione in bronzo, eseguita dalla fonderia Bruni, è frutto di una sottoscrizione dei fedeli e di enti religiosi e privati. La croce, in rovere di Slavonia, è stata offerta dal medico condotto della zona cav. dott. Luigi M. De Vita.        

 

All'origine, il Crocifisso era posto sull'altare maggiore, rimosso successivamente a seguito della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II. Il Crocifisso era ed è attualmente circondato da sei candelabri maggiori pure in bronzo su modello dello scultore Goffredo Verginelli, lo stesso autore del San Giovanni Battista del fonte battesimale. Oltre ai sei candelabri maggiori nell'abside, ve ne sono altri sedici minori posti sugli altari minori.

   

 

 

Sui due lati dell'abside compaiono, al muro, due lampade bronzee del Ss. Sacramento, eseguite dallo scultore e medaglista Goffredo Verginelli, offerte l'una dalla prof.sa Elena Giorgi, e l'altra dal parroco Don Edoardo Picchiantani, in memoria dei loro rispettivi genitori. La lampada di destra rievoca le carene delle navi cristiane alla battaglia di Lepanto e il Santo Rosario, mentre quella di sinistra rappresenta un grande cerchio, simile all'anello nuziale, dal quale escono due mani maschili e due femminili che sorreggono la lampada.

 

 

 

Lo scultore Angelo Biancini, autore delle formelle della Via Crucis, ha eseguito pure il modello per il Sacro Cuore. L'opera, in ceramica policromata dell'artista Guerrino Tramonti, è stata offerta nella esecuzione dalla S.Congregazione del S. Offizio, dalla Presidenza Centrale della Gioventù Italiana di Azione Cattolica e dalla Direzione della Domus Pacis, per l'interessamento di Mons. F. Sargolini.

 

 

 

 

Lo scultore Antonio Berti, nato a San Piero a Sieve (Firenze) nel 1904 e morto a Sesto Fiorentino nel 1990, accademico di San Luca e docente all'Accademia di Belle Arti di Palermo, ha eseguito la statua di Santa Caterina da Siena patrona d'Italia, e già esposta alla Mostra Internazionale d'Arte sacra nell'Anno Santo 1950. L'opera in bronzo è stata offerta dalla signora Giulia Devoto Falk di Milano. Nella stessa cappella sono collocate due grandi formelle in terracotta patinata ad oro, raffiguranti San Domenico fra i Santi Apostoli Pietro e Paolo e il Palio di Siena, opera dello scultore Aniellantonio Mascolo di Ischia (1903-1979).