In un’altra baracchetta di Via Accursio c’erano Rodolfo e Lauretta, napoletani.  Lui era un muratore, bravissimo.  Aveva un portamento da signore.  Era simpatico, intelligente, con lui si parlava bene.  Stavamo a bocca aperta a sentirlo.

Lauretta faceva tutto.  Lì vicino, a Via Pier delle Vigne  c’era il cinema Plinius: lo chiamavamo il pidocchietto. Dalla campagne di Primavalle venivano al cinema con le biciclette e le lasciavano nel cortile della signora Lauretta che gliele guardava per 1 lira.

Lauretta con l’olio levava il malocchio alle persone.  Se avevi un trauma o qualcosa nell’occhio, ti rimetteva a posto.  Curava con le piante.

Lì vicino c’era un falegname, lavorava piccoli mobili.  Aveva due figli e vivevano in 4 in una stanza e cucina. Gli davano l’acconto, ma lui i mobili non li finiva mai.  La moglie, Maria del vicoletto,  andava a servizio.

La situazione delle donne era pesante. Tante sostenevano la casa. C’erano delle coppie che venivano dal paese, dove lei aveva avuto un fidanzato che l’aveva lasciata e allora lei non poteva più viverci tranquilla. Qui quelle coppie che convivevano erano criticate. 

Così era criticata la madre dei miei amici Sandro e Giovanni, lavandaia.  Ogni tanto veniva a trovarla quello che l’aveva abbandonata:  un signore ben vestito.  Lei non aveva titolo di studio, ma era buona.  A noi ragazzi nessuno ci dava un po’ di spazio per ballare; noi andavamo da lei, lei ammucchiava i panni e ci lasciava spazio. All’inizio avevamo un giradischi a manovella, poi elettrico e una signora ci prestava i dischi.  Una ragazza che aveva problemi alle gambe metteva su i dischi; noi ballavamo e ci divertivamo da pazzi.

I Fornaciari e quasi tutti, erano Comunisti o Repubblicani: qui i Fascisti non ci venivano  Non c’era malavita. C’era gente di quartiere che menava le mani.  Fra ragazzi si facevano le squadre e ci si scontrava a pugni. Si diceva: andiamo lì e facciamo a botte.  C’erano i ragazzi di Piazza Irnerio, quelli di Via Azone, quelli della Valle dell’Inferno, i figli della sora Pia che erano tanti…  Era una lotta dura, ma senza bastoni e sassi.  C’era lealtà.  Se uno diceva “Voi siete tanti!” oppure “Tu sei più grande”, quelli si facevano da parte.  Era una regola di strada che era più di una legge.  Io non ricordo grandi prepotenze.  Chi vinceva era rispettato. Non si portava rancore e delle volte si diventava amici

Un’altra regola: se trovavi qualcosa e uno che era con te diceva “Mezzi!” dovevi dividerla con lui; se invece eri più svelto e dicevi “Senza i mezzi” allora era tutta tua.

(Franco del '34)

 

 

 

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Il 25 e 26 maggio si svolgerà a Roma la prima
Giornata Mondiale dei Bambini
voluta da Papa Francesco per i bambini dai 5 ai 12 anni.
La Parrocchia parteciperà all'evento del 25 allo Stadio Olimpico.
E' obbligatoria l'iscrizione: in segreteria.

 

  

 

 

 

 

  

 

   

 

 

  


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