Siamo nati per essere felici. A tutto si può rinunciare tranne che alla felicità. In caso contrario non vale la pena vivere. Per questo la vita è una continua ricerca.
Solitamente si parla di piena realizzazione di se stessi ma il nocciolo del problema è quello di cercare continuamente finche non si trova la soddisfazione dei nostri desideri a cui corrisponde la felicità. La vita è affannosa ricerca, sempre più, sempre più. C'è una spiegazione a di tutto questo. Colui che ci ha creati è un abilissimo architetto e ci anche “programmati” per essere felici. Addirittura ci ha predestinati ad “essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio”, somma felicità. Questo è l'ambizioso destino di ogni uomo. S.Agostino, che aveva trovato la felicità, ci dice con chiarezza: “Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in te”.
Ecco la ragione della dimensione infinita della nostra felicità: il suo oggetto è Dio stesso. Ma è possibile raggiungere Dio? Non è un'utopia? Assolutamente no. Tutte le religioni propongono questo ed offrono i mezzi per realizzarlo. Se solo Dio è la vera felicità vuol dire che questa non può essere che un dono e, come tutti i doni, per riceverlo bisogna essere umili. Soltanto i mendicanti ricevono i doni, i regali, e la più profonda umiltà è quella di accettare di diventare Dio. Infatti quando saremo diventati Lui saremo felici . Questa è la ragione della continua ansia di felicità che solitamente si cerca nelle cose limitate. Siamo programmati per l'infinito, per l'eterno e solo Dio può soddisfarlo. E dobbiamo precisare che l'eternità non esiste. E' l'Eterno che esiste.
L'eternità non è uno stato ma una relazione, non un sentimento oceanico ma l'incontro dell'Altro. Ed è proprio nell'incontro col il Vero Altro, il principio della nostra relazione con gli altri e da cui deduciamo la nostra responsabilità nei loro confronti. Il Paradiso non ha niente di isolato nè di privativo ma è sempre una comunione di persone. L'eterno non è un termine ma l'origine di tutte le cose .
Quando vado verso di Lui non mi separo dagli altri, al contrario, cerco di risalire verso la sorgente e riesco a gioire nel cuore ed essere in comunione con tutti nella verità dell'amore. Ecco perché Francesco d'Assisi sintetizza la sua vita nel “mio Dio, mio Tutto” e per questo è il Santo della “Perfetta letizia”, il Fratello universale degli uomini e delle cose. Predica agli uccelli, incontra il lupo, chiama sorella anche la morte perché, possiede Dio diventando fratello di tutto il creato. Ha il cuore dilatato ad una dimensione universale per questo possiede quella felicità che non ha limiti, è colmo della pienezza di Dio. L'itinerario verso la felicità è tracciato. Basta aver chiaro come siamo programmati. L'immagine da realizzare è Gesù Cristo. E' Lui l'immagine del Dio invisibile che dobbiamo ricopiare per essere perfetti. La fede in Lui lo rende presente nel nostro cuore e ne amplifica la capacità di amore. Amando si cresce anche nella conoscenza di Lui, siamo introdotti in quella Sapienza che supera ogni scibile e si è ricolmati di ogni pienezza di Dio. E’ la felicità.
La festa di tutti i Santi ci ricorda che siamo chiamati alla Santità. L'ideale che il Signore Gesù ci ha proposto è altissimo: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. La grande novità del Concilio Vaticano II è stata proprio quella di proclamare la vocazione universale alla santità che non può essere soltanto un'ambizione dei pochi che scelgono una vita diversa da quella comune, abitando eremi o monasteri e scegliendo la vita del convento. Assolutamente no. Anche le famiglie devono santificarsi e gli sposi devono farsi santi insieme. Il Concilio continua dicendo che “la santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano”. Che non sia la mancanza di santità uno dei problemi dell'imbarbarimento della società ? Ogni ideale dell'uomo, se non è sublime ed eterno, è, per sua natura, effimero e insoddisfacente. Solo la santità corrisponde al quel progetto che Dio aveva quando ci ha creati e dalla realizzazione di esso dipende la felicità personale e il benessere di tutti.
Don Donato
Foto
-
Editoriale
La Madonna del Riposo
Mi ha sempre colpito, venendo a san Pio V, la semplice e intensa devozione della gente per la Madonna del Riposo. Anche dopo trasferimenti di quartiere o di città, chi è entrato nella “chiesetta” non ha mai dimenticato quell’immagine. Ogni santuario ha la sua immagine della Madonna. Firenze ha l'Annunciazione, che è stata riprodotta in tutti gli angoli della città. Fatima ha la Madonna che...
-
Famiglia di famiglie
Nel cuore del silenzio - 47
Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per...
-
Costruire il Futuro
In cammino verso Santiago
Domenica 2 giugno, durante la messa delle 11:30, i ragazzi del clan Freccia Gialla, del gruppo scout Roma 129, hanno condiviso con la comunità parrocchiale un momento di cerimonia, per il loro...
-
Attualità
Mons. Reina Vicario del Papa
Monsignor Baldassare Reina, “da oggi vicario generale della diocesi di Roma”, sarà creato cardinale da Papa Francesco il prossimo 8 dicembre. Lo ha annunciato il Santo Padre al termine della...
-
Disagi e risorse
Le città parallele
È stato presentato lunedì 13 novembre il Rapporto sulla povertà 2023 della collana «Un punto di vista» della Caritas di Roma. Il volume, 180 pagine ricche di infografiche e tabelle, documenta le...
-
Vita di quartiere
Visita al Casale San Pio V
Sabato 14 ottobre, nell’ambito della Festa della Madonna del Riposo, grazie all’iniziativa promossa dalla Parrocchia San Pio V e dalla Università degli Studi Link, un gruppo di fedeli ha fatto...
-
Vangelo della Domenica
Re degli abbracci
(Gv 18,33b-37) In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua...