Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».

 

La via della bellezza

 Quanto sei bello agli occhi dei tuoi Angeli, Signore Gesù, nella dimensione della tua eternità, tu, generato prima dell'alba, nello splendore dei santi, luminosa figura della stessa sostanza del Padre, bagliore di vita eterna! Quanto sei bello ai miei occhi, Signore, anche quando incarnandoti hai deposto la tua bellezza e la tua luce immortale per esporti ai raggi del nostro sole! Il tuo amore, allora, brillò ancor più radioso e la tua grazia si irradiò ancor più splen­dente.

 Bernardo di Clairvaux (1090-1153) monaco

Sermoni sul Cantico dei Cantici

 

Questa preghiera è di san Bernardo di Chiaravalle, monaco cistercense.
Nato nel 1090 a Fontaines, presso Digione, a 21 anni Bernardo si sentì attratto dalla vita monastica. Entrò così, portando con sé una trentina di parenti e amici, nel Nuovo Monastero (così fu chiamato) fondato a Cîteaux pochi anni prima da alcuni monaci che avevano lasciato il monastero di Molesme per iniziare una vita più fedele alla Regola di Benedetto. L'impulso dato da Bernardo alla riforma cistercense fu enorme. Divenuto già nel 1115 abate della nuova fondazione di Clairvaux, a partire da essa egli diede origine a più di sessanta monasteri in tutta l'Europa. Uomo dotato di un carattere forte, ricco di dolcezza e di capacità di amare e farsi amare, Bernardo seppe interpretare l'itinerario della ricerca di Dio, imprescindibile secondo la Regola di Benedetto, come un progressivo passaggio dalla memoria Dei alla presentia Dei nel cuore del monaco; tale passaggio avviene, secondo Bernardo, grazie all'accoglienza della Parola di Dio nella fede e all'esercizio faticoso ma gioioso della carità fraterna. Al centro della sua rilettura della Regola sta infatti l'interpretazione del monastero come «scuola di carità». Fu assiduo ascoltatore delle Scritture, e tutta la sua teologia non fu che un loro commento, nel solco della tradizione dei padri e a partire dalla propria esperienza dell'incontro fra l'umano e il divino. Di tale incontro, che egli chiama «le visite del Verbo», il grande padre cistercense ci ha lasciato una splendida testimonianza letteraria nei suoi Sermoni sul Cantico dei cantici, da cui è tratta questa preghiera. La contemplazione è interpretata sulla filigrana dell’amore nuziale. Il linguaggio dell’amore e della bel­lezza dominano in tutte le pagine e creano una suggestione particolare nel lettore.

L’incarnazione viene definita come un bacio: la bocca che bacia il Verbo che si fa carne e che viene baciata è la carne assunta dal Verbo. L’espressione mistica è, dunque, desiderio, abbraccio, gioia. La lode è celebrazione della bellezza di Dio e del Cristo. Bernardo insegna la via pulchritudinis, la «via della bellezza» per raggiungere Dio e lo fa attraverso un intarsio di citazioni bibliche, soprattutto del Cantico. La teologia e la spiritualità avrebbero bisogno di ritrovare maggiormente questa dimensione «estetica», liberandosi da un’eccessiva aridità, da un’ascesi troppo rigida, da tentazioni speculative esasperate.

Ma lasciamo ancora la parola a Bernardo: «Ai miei occhi sorgi luminoso come la stella di Giacobbe, ti ergi splendente come il fiore dalla radice di lesse. Con che gioia la tua luce mi ha visitato nelle tenebre!... Di fronte alla tua bellezza tutte le mie fibre canteranno: O Signore, chi è simile a te?».

 

 

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