Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».

 

Il cercatore di perle

Oh, se le anime potessero intravedere gli orizzonti di amore del Cuore adorabile di Gesù! Amare Gesù! Amare Gesù... Amore ca­sto, amore immacolato, amore divino! Dentro il cuore amante si alza come una brezza soave che rapisce l’anima e la fa quasi langui­re di tenerezza! Cosa cercano gli uomini se non la gioia? E quale gioia è più grande di quella che Gesù dona alle anime che lo ama­no! Come torna alla mente ricca di significato la parabola del cerca­tore di perle: la perla preziosa che ci rapisce l’animo nell’amore è il Cuore di Gesù: per questa perla merita davvero vendere ogni cosa.

Giorgio La Pira (1904-1977)
Lettere al Carmelo

 

Apriamo il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, con una testimonianza singolare, tratta dalle Lettere al Carmelo di Giorgio La Pira, rimpianto sindaco di Firenze (chiamato poi “il sindaco santo”), professore di Diritto, uomo politico e di pace negli anni della guerra fredda, padre della Assemblea Costituente, più volte eletto deputato e senatore, dichiarato Venerabile nel 2018 da Papa Francesco e ormai verso l’onore degli altari. Capace di dialogare con i grandi della Terra, umile testimone della povertà evangelica, visse per tanti anni in una fredda cella di un convento domenicano. Tra le sue iniziative più feconde, ci fu l’iniziativa di scrivere a tutti i monasteri di clausura d’Italia e del mondo per chiedere preghiere e sostegno spirituale per la società e le iniziative di pace che via via negli anni si organizzavano a Firenze.

Le parole sopra evocate rivelano l’incandescenza della fede di La Pira, il suo amore totale per Cristo, la sua capacità di comuni­carlo e di testimoniarlo. Nelle pagine della sua vita si compone lentamente la fisionomia mistica di La Pira, il suo amore per il Signore, il suo ane­lito per la pace tra i popoli, il suo desiderio di dialogo con ogni regione dello spirito e della cultura, della religione e della società senza barriere o preclusioni. È da lui che si riesce a imparare che la mistica non isola in un’aura sacrale, avvolta di incensi e brillan­te di ori, ma ci porta nelle strade, ci impolvera le vesti, ci fa di­ventare un seme deposto nella terra perché cresca e fruttifichi.

E ciò che La Pira diceva in modo folgorante, ricalcando le parole di Gesù: «Essere apostolo nel mondo senza essere del mondo e senza essere riconosciuti dal mondo». L’impegno nella storia non cancellava l’amore per il cuore di Cristo, le sofferenze che lo colpivano da parte di fratelli e lontani non infrangevano la pace e la gioia del suo cuore.

 

 

 

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