(Mc 6,30-34) In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

 

La risposta di Gesù alla folla che lo assedia non sono miracoli o guarigioni, sono gli apostoli, inviati a prendersi cura; sono io, siamo noi, se impariamo il cuore di Dio.

Da quel pellegrinaggio fatto a due a due, i dodici sono tornati. E il successo è evidente: così tanta gente che non avevano neppure il tempo di mangiare. E Gesù li vede stanchi.

Annunciare stanca. Farlo con cuore e senza mezzi stanca anche di più.

Abbiamo una malattia tutta cattolica che è quella di essere eroici, di non mostrare mai cedimenti, mai crepe, di essere sempre sul pezzo. Il vangelo di oggi dice altro: c'è tanto da fare in Israele, malati, lebbrosi, vedove, ciechi, eppure Gesù, invece di buttare i discepoli dentro il vortice del dolore cosa fa? Li porta via con sé, per insegnar loro qualcosa.

Questo meraviglioso vangelo rivela la prima delle tre cose che Dio vuole per noi: lui vuole persone felici, non cerca eroi.

Andiamo a riposarci un po'.

Non dice ai dodici: andiamo a pregare o a ripassare la lezione. No, andiamo in vacanza! Andiamo a fare semplicemente le creature, senza uno scopo, e la vita si prenderà cura di noi.

Sbarcano e subito sono circondati da più gente di prima. Addio silenzio, finita la pace, tutti i programmi saltati.

Il progetto era sacrosanto. Andiamo a tirare il fiato, e Dio non glielo lascia fare. C'è di che innervosirsi.

Ed ecco che Gesù anziché dare la priorità al programma dà la priorità alle persone: sappi che tu vali più dei programmi, perfino di quelli di Dio.

Il motivo è detto in queste due parole: Gesù prova compassione.

Il termine indica un morso, un crampo, uno spasmo dentro, un male allo stomaco.

La prima sua reazione è provare dolore per il dolore del mondo. Tutto quello che segue deriva da questo. Gesù chiama i dodici e affida loro questo suo sentimento che dovranno preservare, custodire, salvare.

Devono imparare le viscere di Dio, ed è la seconda cosa che Lui vuole per noi. Se c'è, fra noi, gente che sa ancora provare compassione davanti al dolore dell'uomo e della donna, allora c'è ancora speranza per il mondo.

Terzo atto della sinfonia della vita. Gesù vede, prova compassione e parla: si mise a insegnare molte cose.

Forse abbiamo dimenticato che c'è una vita profonda in noi, e

Gesù la raggiunge, e allora è come una manciata di luce gettata nel cuore di ciascuno, a illuminare la via.

La risposta di Gesù alla folla dolente che lo assedia non sono miracoli o guarigioni, sono gli apostoli, inviati a prendersi cura; sono io, siamo noi, se abbiamo imparato il cuore di Dio.

Dio vide ciò che aveva fatto: bello! Lo amò, e poté riposarsi. Amare riposa! Andiamo in vacanza con Dio! Proviamo a riposare con lui: una preghiera al mattino, un piccolo brano, un silenzio breve ma intensamente cercato. Cerchiamo un luogo in cui posare la testa sulla spalla di Dio.

È il grande insegnamento di quel giorno: impariamo uno sguardo che abbia commozione e tenerezza, e poi le parole di cura nasceranno.

Ermes Ronchi
www.qumran2.net/

 

 

Foto

 

 

"Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza."
(card. Giovanni Battista Re, 26 aprile 2025)

 

 

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Evento

venerdì 2 maggio
 

 

Avvisi della Settimana

Lunedì 28 aprile alle ore 17 nella basilica di San Pietro
sarà celebrata la Messa nel terzo giorno dei novendiali.
È la messa della Chiesa di Roma,
che sarà concelebrata da tutti i sacerdoti di Roma
e sarà presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina.
Per partecipare non c'è bisogno del biglietto.

 

  

 

 

 

  

 

AAA. Cercasi Volontari
sia giovani che adulti che ci aiutino ad accogliere
i pellegrini del Giubileo degli adolescenti (25-26-27 aprile)
e del Giubileo dei giovani (28 luglio-3 agosto).
Chi vuole rendersi disponibile
può parlarne con i sacerdoti o in segreteria.

 

  

 

 

 


 

 

lunedì e martedì ore 17.00
catechismo di Prima Comunione
 venerdì ore 18.00
catechismo della Cresima

mercoledì alle 16.30
riunione del Gruppo "60 anni e più"

 

  

  

 

 

 

  


qui il video completo della liturgia e l'omelia di Papa Francesco

qui per vedere e ordinare le foto