
Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».
Malato e cieco
Sono un malato: domando un medico.
Sono cieco: mi affretto verso la luce.
Sono morto: sospiro verso la vita.
Tu sei medico, tu luce, tu vita, Gesù Nazareno!
O fonte di misericordia, ascolta chi, infermo, grida a te.
Luce dei passi, ascolta chi è cieco,
tendigli la mano affinché venga a te, nella tua luce, veda la luce.
O vita vivente, richiama alla vita colui che è morto!
S. Agostino (354-430), Soliloqui
Come far mancare nello scorrere dei giorni quaresimali la presenza di Sant’Agostino? Ed eccoci, appunto, oggi in sua compagnia, con un’invocazione tratta dal primo dei suoi Soliloqui, che in realtà sono un dialogo dell’anima con Dio e che furono composti dal vescovo di Ippona nel 387. La preghiera in Agostino è una specie di filo continuo che si dispiega in tutte le sue opere, anche quelle più rigorosamente teoriche. Egli, infatti, canta a Dio ciò che pensa, ciò che scopre, ciò che cerca, ciò che vive. Esemplari in questo spesso sono Le Confessioni che si trasformano in una continua autobiografia pregata dalla prima riga, aperta appunto da un salmo, fino alla conclusione.
Agostino ci insegna dal vivo quello che uno dei massimi filosofi del ’900, Martin Heidegger, ha espresso - sia pure con altre finalità - con un gioco di parole tedesche: «denken ist danken», «pensare è ringraziare», la ricerca, l’esistere stesso è lode. E il grande vescovo nelle Confessioni affermava: «O Padre, io sono in ricerca, non pretendo di fare affermazioni, ma tu, Dio mio, veglia sui miei passi e guidami!». Al Signore egli presenta tutto se stesso, la propria miseria, il peccato e la morte ed egli è certo che colui che è «Vita vivente» ci farà risorgere e risplendere di luce.
Vorremmo dare un consiglio a chi sta leggendo. Proviamo a riprendere in mano le Confessioni e a pregare con Agostino come se fossimo noi a creare quelle preghiere, trasformando l’«io» agostiniano nel nostro «io», facendo sgorgare dal nostro cuore quei sentimenti che erano sbocciati da un cuore straordinario. Così, vedremo aprirsi davanti a noi il sentiero che conduce diritto al cuore di Dio. Gianfranco Ravasi

Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».
Liberi di sceglierti ancora
Cristo Gesù
donaci la forza
per affrontare la delusione e la fatica,
per guardare in faccia il dolore,
per resistere nella prigionia,
certi che niente ci può separare
dal tuo amore.
Liberi
davanti al male
di sceglierti ancora,
di consegnare la nostra vita a Te
che sai farla germogliare nuova.
Rendici saldi
nell’ora della verità
e se le nostre ginocchia vacilleranno
aiutaci a tendere la mano
oltre il buio
dove solo Tu puoi risollevarci.
Vieni
a dissodare la terra
in cui siamo radicati
per ridare sostanza alla vita
e liberare i nostri piedi
perché possano continuare a seguirti.
Aline Fiorot (1978)
poesie per l’anno liturgico
Aline FIOROT, è una poetessa italiana, nata nel 1978 a Vittorio Veneto. Sposata, madre di due figlie. La storia del suo innamoramento con Dio è particolare perché i suoi genitori alla nascita hanno scelto di non battezzarla. La voce di Dio è arrivata a conquistarle il cuore all’età di 24 anni e nel 2003 le è stato donato il battesimo. Da allora scrive poesie a tema religioso, le sue lettere d’amore a Dio. Nel 2023, con la poesia "La tua paglia", ha vinto il premio letterario “don Tonino Bello” nella sezione della poesia metafisico civile.
Troppo spesso diamo per scontata la Risurrezione di Cristo e non siamo più capaci di percepire i segni di rinascita dentro la nostra storia. Aline Fiorot svela come la logica della Pasqua permei la vita quotidiana. È possibile attingere la forza per risorgere dalla straordinaria umanità di Maria e di Gesù e dallo Spirito Santo che fa nuove tutte le cose.

Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».
Mio Dio, prendimi per mano
Mio Dio, prendimi per mano,
ti seguirò,
non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose
che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto
e nel modo migliore.
Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,
che un simile momento
debba durare in eterno,
saprò anche accettare
l'irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono,
ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo purchè
tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora
e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò,
io cercherò
d'irraggiare un pò di quell'amore,
di quel vero amore per gli uomini
che mi porto dentro.
Etty Hillesum (1914-1943)
Nata il 15 gennaio 1914 a Middelburg (Paesi Bassi). Suo padre è professore, poi direttore del liceo, sua madre, di origine russa, è scappata dal progrom; dei suoi due fratelli uno diverrà medico, l’altro Mischa, sarà un pianista geniale. Etty, studentessa molto dotata, intraprende gli studi di diritto e psicologia ad Amsterdam nel 1932. Nel 1940 l’occupazione dei Paesi Bassi da parte dei nazisti determina il destino dei centoquarantamila ebrei del paese. Etty non si rassegna alle umiliazioni quotidiane che l’occupante infligge a un’intera popolazione: divieto d’usare i mezzi pubblici, di frequentare i parchi, i negozi di verdura fresca “a salvaguardia della salute degli ariani”, e via dicendo. Scrive nel Diario: “Per umiliare qualcuno si deve essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell’aria. Restano solo delle disposizioni fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e oppressione angosciose. Si deve insegnarlo agli ebrei... Possono renderci la vita un po’ spiacevole, possono privarci di qualche bene materiale o di un po’ di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori con il nostro atteggiamento sbagliato: col nostro sentirci perseguitati, umiliati, oppressi, col nostro odio e la millanteria che maschera la paura. Certo che ogni tanto si può essere tristi e abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così.
Fra il 1941 e il 1943 tenne un diario che, nel 1981, sarà pubblicato dapprima in Olanda e poi ebbe varie edizioni in altre lingue. Nel 1942, lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, ebbe anche la possibilità di salvarsi, ma decise, forte delle sue convinzioni umane e religiose, di condividere la sorte del suo popolo. Lavorò in seguito nel campo di transito di Westerbork come assistente sociale.
I genitori e i fratelli Mischa e Jaap furono internati tutti nel campo olandese di transito di Westerbork. Il 7 settembre 1943 tutta la famiglia, tranne Jaap, fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Mentre Etty, i genitori e il fratello Mischa morirono poco tempo dopo il loro arrivo ad Auschwitz, l'altro fratello, Jaap, perse invece la vita a Lubben, in Germania, dopo la liberazione, il 17 aprile 1945, durante il viaggio di ritorno nei Paesi Bassi. La data della morte di Etty è il 30 novembre 1943. Il suo diario, fortunosamente salvato e passato poi di mano in mano, è stato finalmente pubblicato nel 1981 dall’editore De Haan, con immenso successo, paragonabile a quello che accolse il Diario di Anna Frank, in Olanda e molti altri paesi.

Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».
Maranathà
Vieni, Signore, nella preghiera della tua chiesa che ti chiama!
Vieni, nel grido dell’oppresso che domanda giustizia!
Vieni, nella fame del disgraziato che sta morendo!
Vieni nello sforzo dell’uomo verso la città felice!
Vieni, nella decadenza del peccatore che vuol rivivere!
Vieni, nella parola di coloro che proclamano la buona notizia!
Vieni, nella carità di coloro che si prendono cura dei propri fratelli!
Vieni, nella lode delle anime consacrate!
Vieni, nella verginità di Maria!
Vieni, nel mistero della tua incarnazione
Vieni, nell’eucaristia in cui annunciamo il tuo ritorno!
Vieni, nel soffio del tuo Spirito Santo!
JOSEPH GELINEAU (1920-2008)
canti per l’anno liturgico
Il giorno 8 di agosto 2008 il p. Joseph Gelineau, gesuita francese, è tornato alla casa del Padre, all’età di 87 anni. Nella chiesa di Francia ha costituito una figura di grande rilievo come liturgista e come musicista. Ma anche la chiesa italiana ne ha goduto i riflessi, come peraltro molte altre comunità di vari continenti. O nei canti più conosciuti nelle comunità cristiane che celebrano (Il Signore è il mio pastore, i canti di Taizè…). Dopo una tesi di dottorato all’Istituto Orientale di Roma (il canto dei salmi nella liturgia siriaca), è venuto alla ribalta grazie alla sua attenta e innovatrice opera sulla salmodia: collaborando alla traduzione del Salterio nella Bible de Jérusalem, ha ripensato la tecnica e i modi del recitativo salmico, evidenziando soprattutto le cadenze ritmiche del verso ebraico, riprodotte nella lingua francese (1953). Così, grazie ad adattamenti anche in varie altre lingue, è da decenni che si cantano i Salmi di Gelineau. Lo ha guidato la convinzione che ogni rinnovamento del canto liturgico doveva passare per la riconquista dei Salmi nella pratica corrente delle chiese e nelle lingue parlate.
Ha fatto parte della generazione che ha preparato, accompagnato e seguito il Concilio, partecipando a diversi consigli di applicazione della riforma liturgica, a Roma e in patria. Ha rappresentato un modello di grande animatore musicale della liturgia, sempre molto inserito pastoralmente (chiesa di St. Ignace a Parigi, parrocchia rurale a sud di Parigi, comunità montana nei pressi di Chamonix, dove è mancato), in veste ora di compositore, ora di maestro di coro, ora di docente e autore di molti articoli e di alcuni volumi: fra quelli tradotti in italiano, ricordiamo soprattutto Canto e musica nel culto cristiano (1963), divenuto un classico. È stato tra i fondatori di Universa laus, gruppo di studio sulla musica nella liturgia.

Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per aiutarti a ritrovare il gusto della preghiera silenziosa. Perché, diceva Sant’Agostino: «nutre l’anima solo ciò che la rallegra».
Tutto il mondo è in attesa
Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito santo. L'angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l'ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.
Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e David; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch'essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.
O Vergine, dai presto la risposta. Rispondi sollecitamente all'angelo, anzi, attraverso l'angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna. Perché tardi? perché temi? Credi all'opera del Signore, da' il tuo assenso ad essa, accoglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria la pietà nella parola.
Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
"Eccomi", dice, "sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38).
san Bernardo di Clairvaux, (1090-1153) abate,
Dalle Omelie sulla Madonna, Om. 4, 8-9
Riprendiamo nei giorni della novena dell’Immacolata, una splendida preghiera di san Bernardo di Chiaravalle, monaco cistercense, rivolta a Maria. Nato nel 1090 a Fontaines, presso Digione, a 21 anni Bernardo si sentì attratto dalla vita monastica. Entrò così, portando con sé una trentina di parenti e amici, nel Nuovo Monastero (così fu chiamato) fondato a Cîteaux pochi anni prima da alcuni monaci che avevano lasciato il monastero di Molesme per iniziare una vita più fedele alla Regola di Benedetto. L'impulso dato da Bernardo alla riforma cistercense fu enorme. Divenuto già nel 1115 abate della nuova fondazione di Clairvaux, a partire da essa egli diede origine a più di sessanta monasteri in tutta l'Europa. Uomo dotato di un carattere forte, ricco di dolcezza e di capacità di amare e farsi amare, Bernardo seppe interpretare l'itinerario della ricerca di Dio, imprescindibile secondo la Regola di Benedetto, come un progressivo passaggio dalla memoria Dei alla presentia Dei nel cuore del monaco; tale passaggio avviene, secondo Bernardo, grazie all'accoglienza della Parola di Dio nella fede e all'esercizio faticoso ma gioioso della carità fraterna. Al centro della sua rilettura della Regola sta infatti l'interpretazione del monastero come «scuola di carità». Fu assiduo ascoltatore delle Scritture, e tutta la sua teologia non fu che un loro commento, nel solco della tradizione dei padri e a partire dalla propria esperienza dell'incontro fra l'umano e il divino.
Nel suo quarto Sermone san Bernardo si ferma sull’istante della Annunciazione: l’istante prima del sì di Maria. San Bernardo coglie quell’istante e lo dilata in un tempo che appare interminabile. Dalla parola dell’Angelo al ‘fiat’ di Maria, un attimo forse, ma infinito: in cui la creazione appare come immobile e in bilico sull’abisso, aspettando Dio la libertà di una donna, che permetta la salvezza.
«L’angelo aspetta la tua risposta: ormai è tempo che egli ritorni a colui che lo ha mandato», scrive Bernardo. L’angelo è di fronte a Maria, e aspetta. Il tempo appare sospeso, il mondo si è fermato in attesa di quel sì. «Tutta l’umanità, prostrata ai tuoi piedi, l’attende. (…) Rispondi presto, o Vergine. Pronuncia, o Signora, la parola che terra e inferi, e persino il cielo aspettano. (…) Perché indugi? Perché tremi? Abbi fede, parla e ricevi il Verbo di Dio. La tua umiltà sia audace, la tua timidezza fiduciosa. (…) Ecco, colui che è il desiderato di tutte le genti, sta fuori e bussa alla tua porta. Non avvenga che, per il tuo indugio, egli passi oltre e tu debba di nuovo, piangendo, ricercare l’amato dell’anima tua. Alzati, corri, apri. Alzati con la tua fede, corri col tuo affetto, apri col tuo consenso».
L’Angelo aspetta. Maria, per un infinito istante, tace. «Alzati, corri, apri» invoca san Bernardo. E l’istante che «crea il tempo» è percorso dalla stessa ansia amorosa del Cantico dei Cantici.
Altri articoli...
Notice: Undefined property: JPagination::$pagesTotal in /web/htdocs/www.sanpiov.it/home/templates/a4joomla-countryside-free/html/com_content/category/blog.php on line 109
Foto
-
Editoriale
Convertiti e credi al Vangelo
La Quaresima è un'occasione unica per fare la verità con noi stessi. Prendere coscienza che siamo dei peccatori. Cosa vuol dire? Non che abbiamo commesso dei peccati ma che siamo radicalmente dei peccatori. Un giorno un frate stupito del successo che aveva San Francesco gli chiese perché tanta gente lo seguisse. "Perché sono il più peccatore di tutti gli uomini", rispose. Possibile? Eppure non...
-
Famiglia di famiglie
Nel cuore del silenzio - 54
Sei entrato in chiesa perché vuoi pregare. Fermati e trova il tempo per riposarti e riprendere speranza con questa preghiera. Ogni settimana un testo diverso di autori di varie tradizioni per...
-
Costruire il Futuro
In cammino verso Santiago
Domenica 2 giugno, durante la messa delle 11:30, i ragazzi del clan Freccia Gialla, del gruppo scout Roma 129, hanno condiviso con la comunità parrocchiale un momento di cerimonia, per il loro...
Evento |
|
Avvisi della Settimana |
Lunedì 10 marzo iniziano le
lunedì e martedì ore 17.00 mercoledì alle 16.30
qui il video completo della liturgia e l'omelia di Papa Francesco qui per vedere e ordinare le foto
|
-
Attualità
Mons. Reina Vicario del Papa
Monsignor Baldassare Reina, “da oggi vicario generale della diocesi di Roma”, sarà creato cardinale da Papa Francesco il prossimo 8 dicembre. Lo ha annunciato il Santo Padre al termine della...
-
Disagi e risorse
Le città parallele
È stato presentato lunedì 13 novembre il Rapporto sulla povertà 2023 della collana «Un punto di vista» della Caritas di Roma. Il volume, 180 pagine ricche di infografiche e tabelle, documenta le...
-
Vita di quartiere
Visita al Casale San Pio V
Sabato 14 ottobre, nell’ambito della Festa della Madonna del Riposo, grazie all’iniziativa promossa dalla Parrocchia San Pio V e dalla Università degli Studi Link, un gruppo di fedeli ha fatto...
-
Vangelo della Domenica
Fessura sull'infinito
(Lc 2,22-40) Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è...