Domenica 2 giugno, durante la messa delle 11:30, i ragazzi del clan Freccia Gialla, del gruppo scout Roma 129, hanno condiviso con la comunità parrocchiale un momento di cerimonia, per il loro campo mobile estivo verso la tomba di San Giacomo apostolo a Santiago de Compostela, in Spagna.

I ragazzi hanno ricevuto il mandato e la benedizione dal parroco, come da tradizione per i pellegrini di un tempo, con l’obiettivo di portare nel cammino le preghiere della comunità.

Al termine dell’omelia, il referente della Confraternita di Santiago, del capitolo di Roma, Giuseppe d’Andrea, ha chiamato i nomi dei pellegrini uno ad uno, cosicché potessero ricevere da don Donato le credenziali ufficiali del cammino, per raccogliere la testimonianza del loro viaggio in modo rigoroso.

“Ci siamo preparati molto, sia fisicamente che spiritualmente, per poter affrontare al meglio questa esperienza, che crediamo sia estremamente significativa ed importante per la nostra crescita come scout, ma soprattutto come persone di questa parrocchia.” dichiarano i ragazzi al termine della messa. ”Ora crediamo di essere pronti e di aver capito il vero senso del pellegrinaggio, che non è solo una camminata fine a sé stessa e non è neanche una esperienza unicamente individuale.”

Anche questa volta, i giovani scout saranno portavoce delle preghiere dei nostri fedeli nel cammino spirituale verso Santiago de Compostela, e soprattutto verso Dio.

 

 

Domenica prossima, 3 dicembre, inizia il nuovo anno liturgico nonché il tempo di Avvento. Un tempo «nel quale la Chiesa vive la sua dimensione di attesa, totalmente orientata a Colui che verrà presto: Maranathà, vieni Signore. Il cammino sinodale che stiamo percorrendo ha il medesimo fine che viviamo nella liturgia: vivere la comunione con Dio e tra di noi in forza del Battesimo che abbiamo ricevuto». Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive così a tutti i sacerdoti e ai fedeli di Roma, annunciando alcune iniziative che accompagneranno questo periodo: un sussidio sul discernimento comunitario per i sacerdoti; un sussidio sulla preghiera in famiglia e il sostegno al Pastificio Futuro del Carcere minorile di Casal del Marmo.

Per quanto riguarda il primo, si tratta di un sussidio che sarà verrà consegnato ai presbiteri e ai collaboratori pastorali «come dono di Natale» tramite i prefetti, «con la speranza – scrive il cardinale – che possa essere di aiuto per questa fase sapienziale che stiamo vivendo».

 

Il secondo, come detto, è invece uno sussidio preparato dall’Ufficio diocesano per la catechesi e dall’Ufficio diocesano per la formazione liturgica. Fornisce dei semplici schemi per la preghiera in famiglia intorno al presepe, illuminati dalla lettera di Papa Francesco “Admirabile signum”. «Questo tempo forte è un’occasione propizia – riflette il cardinale De Donatis – per far riscoprire la forza della liturgia domestica. Il sussidio potrà essere utile per vivere con maggiore profondità la ricchezza della liturgia dell’Avvento. Quest’anno, in comunione con tutti i vescovi italiani e con la famiglia francescana, guardiamo agli 800 anni del Natale di Greccio e alle origini della tradizione del presepe». Il sussidio è scaricabile on line in formato pdf: http://www.ufficioliturgico.diocesidiroma.it/index.php/davanti-al-presepe/

 

Infine, l’invito a sostenere l’iniziativa nata da poco all’interno del carcere minorile di Casal del Marmo, il Pastificio Futuro. Si tratta di una piccola azienda che produce pasta di alta qualità, situata all’interno del complesso del penitenziario, per il reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti. Le festività natalizie possono essere allora l’occasione di fare un regalo solidale, acquistando i pacchi di pasta prodotti a Casal del Marmo. Per comprare i prodotti del Pastificio, si può consultare il sito https://pastificiofuturo.it/; o ancora recarsi in via Barellai 140, il lunedì il mercoledì dalle 8.30 alle 12.30, mentre il martedì, giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30; infine contattare i responsabili scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Leggi la lettera del cardinale De Donatis

(da: www.diocesidiroma.it)

 

 

 

Noi c’eravamo. Dal 1 al 10 agosto gli scout di tutta Italia sono stati coinvolti nella terza Route Nazionale organizzata dall’Agesci (Associazione Guide ed Esploratori Scout Cattolici Italiani) e noi – Rover e Scolte del Clan Frecciagialla del gruppo scout della parrocchia (19 ragazzi e 3 capi) – c'eravamo.

La Route era divisa in due parti: una mobile, in cui divisi per clan si faceva strada, e una fissa nella tenuta di San Rossore, in Toscana.

 

Durante la prima parte siamo stati ospitati dal clan di Villacidro, in Sardegna, assieme ad un clan di Trapani e uno di Cogoleto (Genova). Lì abbiamo avuto l'occasione di conoscerci e scoprirci, in modo da poter arrivare a San Rossore carichi e pronti a ritrovarci con più di altre 30.000 camicie azzurre.

La Route è stata occasione di divertimento, di riflessione e sopratutto di confronto. Abbiamo, infatti, avuto la possibilità di lavorare alla Carta del Coraggio, un documento scritto da noi e consegnato al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla Chiesa nelle mani del Cardinal Bagnasco e all'Agesci stessa.

Su quelle pagine erano e sono impressi i nostri impegni, le nostre richieste e tutti ciò in cui noi, Rover e Scolte, crediamo.

La Route è stata una sfida, una richiesta di coraggio, alla quale noi abbiamo risposto, guardando dritti al futuro e con la speranza di poter cambiare il mondo o almeno lasciarlo un po' migliore di come lo abbiamo trovato.

Maria Chiara Tomasini

Per leggere il testo finale della Carta del coraggio clicca qui

Un sussidio per vivere in famiglia il tempo di Avvento, riscoprendo la preghiera tra le mura domestiche. Frutto del lavoro coordinato di alcuni uffici pastorali del Vicariato – liturgico, catechistico, famiglia, Caritas – è scaricabile cliccando qui.

«Abbiamo vissuto una Quaresima e una Pasqua del tutto particolare – scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis nella lettera che accompagna il sussidio –, che ha segnato profondamente noi, i fedeli delle nostre parrocchie e tutte le persone che abitano nei nostri quartieri; e ora ci aspetta un tempo di Avvento e un Natale ancora difficili da immaginare. Viviamo un “camminare a vista” che potrebbe metterci nel cuore un senso di incertezza». Allo stesso tempo, riflette il vicario del Papa per la diocesi di Roma, «stiamo cercando di trasformare questo momento in un’occasione di crescita. Ci concentriamo sull’essenziale, che è la fede nell’incarnazione del Figlio di Dio, puntando a valorizzare la celebrazione del Mistero nelle case, magari attraverso la contemplazione del presepe». Ecco, allora, l’invito «a tutte le famiglie – esorta De Donatis – a scoprire la bellezza di ritrovarsi insieme per pregare e per parlare ai figli del Natale».

Di qui l’idea del sussidio per la preghiera in casa, chiamato, non a caso, “Natale tempo di speranza”. I momenti di preghiera proposti sono legati al Vangelo della domenica e permettono attraverso, alcune parole chiave, di riscoprire gli aspetti più autentici dell’Avvento e del Natale. Vegliare, preparare la via, gioire, fidarsi, trovare, ringraziare, meravigliarsi, ripartire: sono alcuni dei termini che siamo tutti chiamati ad approfondire, non solo con tracce di preghiera ma con gesti concreti di solidarietà. Anche questi sono suggeriti nelle pagine del libretto: una telefonata a un vicino anziano, la spesa a una famiglia in difficoltà.

La seconda parte del sussidio, quella catechetica (“momento della luce”), è destinata alle famiglie con bambini, soprattutto quelli che frequentano la catechesi di iniziazione cristiana; la prima parte, dedicata alla preghiera, è adatta a tutti, anche se contiene comunque delle indicazioni per far partecipare anche i più piccoli. In ultima pagina il sussidio contiene una “Preghiera di Affidamento a Maria Immacolata in questo tempo di coronavirus”, che le famiglie possono recitare insieme l’8 dicembre.

 

Leggi il messaggio del cardinale vicario alle famiglie e la Preghiera di affidamento a Maria

Leggi la lettera del cardinale vicario ai parroci

Clicca qui per scaricare la versione stampabile del sussidio

 

Vivere da giovani oggi, nel nostro tempo, significa anche interessarsi al territorio e porre i propri talenti a disposizione della comunità. Uno sforzo grande se, tantopiù, il territorio non è neppure quello che ti ospita ma è lontano migliaia di chilometri.

Devono aver pensato questo i ragazzi scout del Clan Jonathan Livingston di San Damiano d’Asti che, con il contributo di Libera, hanno avuto l’idea di autoprodurre un cortometraggio riscoprendo una storia di ‘ordinario coraggio’ in una zona, come quella di Sessa Aurunca nel Casertano, dominata dai clan della camorra.

La storia è quella di un giovane padre, Alberto Varone, papà di cinque figli e gestore di un piccolo negozio di mobili. Alberto si batte per la sua vita, i suoi figli, sua moglie Antonietta e arrotonda i suoi guadagni consegnando giornali e riviste in una trentina di edicole della zona. Ma alla camorra questo non va bene. Prima gli chiedono il ‘pizzo’, poi di svendere la sua attività, di fatto divenendo complice dei clan. Lui si rifiuta e grida il suo ‘’no’’ in faccia al boss Mario Esposito. Viene ucciso, la notte del 24 luglio 1991, crivellato di colpi, mentre guida la sua auto piena di giornali da consegnare.

Prima di morire riesce, però,  a far capire alla moglie chi è stato ad ucciderlo. Da qui inizia un’altra storia, anche questa tragica. Uno dei figli di Alberto, Giancarlo, decide di riprendere il lavoro del papà, anche per onorare la sua memoria, distribuendo almeno i giornali. Ma dopo varie vicissitudini e minacce, la moglie di Alberto, Antonietta, con l’aiuto dell’allora vescovo di Sessa Aurunca, mons. Nogaro decide di denunciare gli assassini del marito che poi verranno condannati. E’ una seconda morte per la famiglia Varone. In pochi giorni scatta per loro il programma di protezione e l’intera famiglia è costretta a lasciare la propria terra. Da allora non si sa più nulla di loro e fin anche la tomba di Alberto, per il timore di profanazioni, viene spostata in una località ad oggi sconosciuta.

Ma questa storia tragica e dimenticata, quasi ‘cancellata’ anche fisicamente da un territorio, ha trovato di nuovo vita nelle coscienze di molti. E così ‘’Fiori dal cemento’’, questo il titolo del lavoro cinematografico svolto dai ragazzi piemontesi, si plasma pian piano fino ad avere importanti riconoscimenti ed essere presentato al Viminale alla presenza dello stesso presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, e del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico.  Una sfida ai tanti mali che ci affliggono così come alle chiusure che ci attanagliano.

E’ quasi commovente sentire le figure di Alberto, Antonietta, dei suoi amici e dei suoi aguzzini rivivere ed assumere un’inflessione piemontese. E’ quasi una chiamata a correo… Cosi’ come la nascita della Cooperativa ‘’Al di là dei sogni”, fatta sempre da giovani e nata su un bene confiscato nel ’94 al clan Moccia di Afragola. Bene confiscato e sede del presidio di Libera per il Comune di Sessa Aurunca.

Come non pensare, in conclusione, ai dati diffusi recentemente dall’Agenzia per i beni confiscati che ha quantificato in circa 10 miliardi di euro l’anno il solo valore nominale di tutto il patrimonio confiscato alle mafie, una sorta ‘’di piccola finanziaria’’?  Come non pensare a quanto questa economia malata e sommersa incide sul futuro di troppi giovani?

E come non pensare che queste ombre inquietanti si aggirano anche nella nostra città (e forse nel nostro quartiere) come più volte dimostrato dalla stessa Procura nazionale antimafia?

‘’Siamo pronti a rinascere come fiori dal cemento’’. Queste le ultime parole e l’eredità cosegnateci da Antonietta in una straziante lettera scritta al suo Alberto, ‘’ormai in cielo’’, prima di lasciare la sua casa di Sessa Aurunca.

Un lascito per tutti noi.

g.c.


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